Il Supersismi – Pillole di Storia

Il primo cinquantennio di storia repubblicana è stato caratterizzato da fitti misteri, alcuni dei quali ancora irrisolti, che hanno visto il massiccio impiego dei servizi segreti. In particolare, è accertata la loro presenza in alcune delle stragi compiute tra il 1969 e il 1980. In particolare, in quella di Bologna, i servizi svolgeranno una vera e propria operazione di depistaggio, sotto la regia di Licio Gelli, capo della loggia massonica Propaganda 2, servendosi anche di organizzazioni fuori dal panorama democratico e di agenti segreti “non ortodossi”.

2 agosto 1980 ore 10,25, alla stazione di Bologna scoppia una bomba che costerà la vita a 85 persone, più di 200 saranno i feriti. L‘iter giudiziario si rivela subito difficile perché c’è qualcuno (o qualcosa) che sta deviando le indagini verso numerose piste, le quali richiedono tempo e lavoro. E si sa, quando passa troppo tempo, i responsabili non si trovano più. Dalla pista palestinese e quella libanese, passando per quella spagnola, tedesca e israeliana. I magistrati sentono che c’è qualcosa che non va. La conferma arriva quando le indagini scoprono che due uomini dei servizi segreti, l’anno dopo la strage, collocarono in gran segreto sull’Espresso 514 Taranto-Milano una valigia, che conteneva otto lattine di esplosivo – lo stesso usato a Bologna – un mitra MAB, un fucile automatico da caccia e due biglietti aerei Milano-Monaco e Milano-Parigi. La segnalazione fu fatta dagli stessi servizi i quali, si scoprirà successivamente, inscenarono l’esistenza di una falsa operazione terroristica nota come “Terrore sui treni“.

La stazione di Bologna dopo la strage (fonte immagine Sassuolo 2000)

I tentativi di depistaggio da parte del SISMI, il servizio segreto militare, sono stati identificati negli obiettivi di celare la strategia della tensione oppure nel distrarre l’attenzione dell’opinione pubblica dalla strage di Ustica, avvenuta il giugno prima e costata la vita a 81 persone. Alcuni fanno invece riferimento a tesi minoritarie, come quella che vorrebbe coinvolto Mu’ammar Gheddafi e la Libia. In particolare, il coinvolgimento del colonnello deriverebbe da un accordo concluso lo stesso 2 agosto a Malta, il quale prevedeva l’impegno italiano a proteggere La Valletta da attacchi libici. Dal canto suo, il capo della Giamahiria libica vide questo accordo come un tradimento operato da un partner strategico e commerciale quale l’Italia. Si tratta di una tesi che ha trovato più smentite che conferme ma i giudici hanno ricondotto il depistaggio alla salvaguardia dei rapporti con il colonnello.

L’iter giudiziario sui depistaggi si concluse il 29 luglio 1985, quando i giudici scrissero che “l’indicazione che tutte le prove forniscono è chiara e sconvolgente: un gruppo occulto, legato da vincoli extra-istituzionali, ha operato nel nostro Paese per anni, per conseguire al tempo stesso finalità di condizionamento politico e potere personale, utilizzando anche il terrorismo per conseguire tali fini“. Insomma, esiste una struttura che fuori dai gangli istituzionali ha agito per condizionare la politica usando gli atti terroristici. Una struttura parallela deviata ma all’interno comunque del quadro del SISMI. Questa struttura è stata definita “Supersismi“.

Il materiale probatorio raccolto durante l’istruttoria è enorme. Si tratta di prove dirette, in parte provenienti dagli ambienti eversivi, dell’esistenza di queste strutture, la cui sopravvivenza si basava soprattutto sul silenzio degli stessi componenti e degli organi dello stato. Nonostante ciò, il muro dell’omertà non sarà comunque abbattuto, come dimostreranno gli sviluppi successivi.

Alcuni componenti di questa struttura deviata risultarono, inoltre, compresi nelle famose liste della loggia massonica Propaganda due. Altri, invece, risulteranno affiliati al Grande Oriente d’Italia. Uno di questi personaggi è Francesco Pazienza, un medico per cui fu coniata l’espressione “faccendiere“.

Francesco Pazienza in una foto degli anni ’80 (fonte immagine Wikipedia)

Nel 1978 il nome del dott. Pazienza, compare nel consiglio d’amministrazione della società lussemburghese “Se Debra”, la quale intrattiene alcuni rapporti con uomini legati ai sistemi finanziari di Roberto Calvi – banchiere morto “suicida” a Londra dopo il crac del Banco Ambrosiano – di Michele Sindona e soprattutto dello IOR. A New York, il dottore lavora con l’amministratore die beni dell’ex scià di Persia, Bob Armao, che si occupa di petrolio. Risulta collegato anche con lo sceicco Khashoggi, noto trafficante di armi, e con l’uomo d’affari saudita Ojjeh.

L’innocuo dottore, laureato in Medicina e Chirurgia alla Sapienza di Roma, diventerà collaboratore del SISMI nel giugno 1980 (mese della strage di Ustica, avvenuta il 27 giugno). Forte di questa investitura, continuerà a compiere operazioni da faccendiere e numerosi viaggi in Italia e all’estero.

Il direttore generale del SISMI, il generale Ninetto Lugaresi, dirà che “la spesa complessiva sostenuta dal SISMI per le operazioni di Pazienza è da considerarsi l’aspetto meno rilevante del caso rispetto ai vantaggi tratti dallo stesso Pazienza e dagli operatori associati con lo spregiudicato uso della carta di credito fornitagli dal servizio“. Insomma, non contava quanto denaro sperperava Pazienza, dato che era irrilevante rispetto alla sua reale utilità.

L’operazione che consentirà a Pazienza di “prendere il volo” nel giro delle relazioni internazionali, però, sarà quella compiuta a favore di certi committenti americani proprio nell’estate del 1989. Il faccendiere aiuterà a raccogliere dei fascicoli sul fratello del Presidente degli Stati Uniti Jimmy Carter, cioè Billy, mettendoli a disposizione del generale Haig, futuro segretario di stato del Presidente Ronald Reagan.

Il suo ascendente internazionale, la sua spregiudicata abilità nell’accumulare documenti e conoscere di alto rango e soprattutto la sua utilità alla causa dei servizi segreti, consentirono a Pazienza di guadagnare la fiducia del Direttore del SISMI, permettendogli, al contempo, di collocarsi al centro di una rete di interessi leciti e illeciti, ricavando un utile, sfruttando la posizione guadagnata. Così, l’anonimo dottore, sfrutterà le sue credenziali per proporsi al mondo della politica.

La fortuna del faccendiere iniziano a incrinarsi il 4 marzo 1985, quando fu arrestato e rinchiuso nel carcere di New York, il Manhattan Correctional Center. Nel 1988 viene estradato in Italia e condannato a dieci anni di reclusione per il depistaggio delle indagini sulla strage di Bologna – fu uno degli organizzatori del depistaggio della valigia sull’Espresso Taranto-Milano. Nel 1994 la condanna gli verrà confermata dopo un ribaltamento avvenuto quattro anni prima in Corte d’Appello.

Pazienza, assieme ad altri esimi colleghi, fu tra gli ispiratori del Supersismi, assieme al generale Giuseppe Santovito (direttore del SISMI) e vicino agli ambienti della P2 di Licio Gelli, il quale in un incontro con alcuni agenti segreti, spinse verso la pista internazionale, depistando le indagini.

Il faccendiere, assieme a Belmonte, ufficiale del SISMI, Pietro Musumeci, una spia iscritta alla P2 che mesi dopo della strage aveva redatto un dossier falso “Terrore sui treni”, avrebbe avuto un ruolo importante nello sviare le indagini sul più grande e terrificante mistero della storia italiana, mettendo quindi in piedi, con l’aiuto di centri di potere occulti quali la massoneria, una struttura alternativa in grado di incidere fortemente sulle dinamiche dello società italiana, adempiendo a pieno agli obiettivi della strategia della tensione e al sovvertimento dei processi democratici. Per questi fini, i servizi deviati, di cui il Supersismi ne è soltanto il più esimio rappresentante, ci si serviva di manovalanza neo-fascista.

Succedeva anche questo nell’Italia democratica degli anni ’80.

Pillola di storia a cura di Donatello D’Andrea

Fonte immagine: Adnkronos

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