“Facciamo Chiarezza” – Cosa votano i giovani italiani?

Qualche settimana fa un tweet di Enrico Letta ha provocato subbuglio all’interno dell’opinione pubblica italiana. In particolare in un’intervista per Repubblica e riportata, in parte, su Twitter l’ex Presidente del Consiglio ha chiesto al governo una riforma per allargare il suffragio anche ai ragazzi di sedici anni. Letta ha sottolineato come questa sia una riforma urgente, una priorità per il Paese e che dovrebbe vedere la luce subito, in un anno.

L’urgenza deriva dalle imminenti manifestazioni per il clima che hanno visto la mobilitazione di milioni di giovani, di tutte le età, protestare contro il cambiamento climatico richiamando l’attenzione dei potenti. Una riforma “urgente” per riconoscere alle migliaia di giovani nelle strade che la politica ha compreso le loro esigenze di rappresentanza.

La proposta però non è nuova. E’ già da diversi anni che in Europa e in Italia si fa più volte riferimento ad un’estensione del suffragio ai più giovani. Purtroppo l’insorgere di problemi imminenti di rilevante importanza ha portato la politica a rimandare più e più volte la riforma. Enrico Letta, lanciando la pietra, ha raccolto il consenso di tutta la classe dirigente italiana: da Di Maio a Conte, passando per Zingaretti. La politica ha accolto “felicemente” la “pietra” dell’ex Premier.

Allargando il suffragio, accederebbero al voto quasi un milione e mezzo di cittadini italiani in più.

Voto ai sedicenni: pro e contro

Ovviamente l’argomento ha acceso l’opinione pubblica nostrana che attraverso commenti più o meno sensati, si è schierata da un lato o dall’altro delle barricate che via via si son venute a creare. Quali sono i pro e i contro di una riforma costituzionale così delicata?

Tra i pro spiccherebbero l’ampliamento della platea elettorale da convincere, più giovane e attiva rispetto a quella esistente e il coinvolgimento dei giovani all’interno delle insidie della politica. Inoltre i giovani hanno più interessi rispetto agli anziani, hanno un futuro da costruire e quindi una scelta importante da compiere: a chi affidare il mio futuro? Altri aggiungono che i giovani hanno le capacità necessarie di cogliere le sfumature della politica, a differenza di prima, e che dopo l’estensione del suffragio ai sedicenni la classe dirigente deve continuare al “ribasso”.

Tra i contro, sicuramente superiori in numero, c’è lo scarso interesse dei giovani per l’attualità e la politica, con rare eccezioni ovviamente. Poi, l’attuale classe dirigente crede di poter veicolare quel due percento di voti, ininfluenti ai fini elettorali, sbagliando di grosso. L’attuale generazione non vota secondo ciò che “dicono i padri”: fanno di testa propria. Inoltre, i sedicenni di oggi non hanno la necessaria educazione politica per votare. Non conoscono le basi della Costituzione, della politica in senso largo e stretto e soprattutto non sono interessati a ciò che li circonda. Estendere il suffragio in queste condizioni, non è per niente conveniente.

Al di là di qualsiasi opinione in merito, sarebbe interessante conoscere come e cosa voterebbero i giovani italiani se domani la classe dirigente dovesse estendere il suffragio anche ai sedicenni. Le nuove generazioni sono progressiste? Oppure sovraniste convinte?

Come votano i giovani italiani?

Secondo una ricerca del PEW Research Center di Washington, un think thank di politica estera, al 2017 in Italia esiste un’enorme differenza, in tema di preferenza di voto, tra i conservatori e i progressisti. Gli under 30 sono tra i più progressisti d’Europa, rispetto alle fasce più avanzate dove la destra riesce a radicarsi meglio.

E i giovani? Cosa votano i giovani italiani?

I giovani italiani sono i più conservatori d’Europa.

In particolare nei confronti dei diritti civili, dell’immigrazione, fiducia nelle istituzioni europee e diritti LGBTQI, i nostri giovani connazionali si esprimono in controtendenza rispetto ai loro coetanei europei. Sono più “tradizionalisti”.

Analizzando i risultati delle Elezioni Europee del 26 maggio, le stime del centro di ricerca americano trovano la loro conferma. La generazione Z, quella dei nati dopo il 1997, non ha esitato a regalare il primo voto alla Lega di Matteo Salvini, tutto meno che progressista, superando quelli nati tra il 1980 e il 1996, i “meno giovani”. Comunque sia anche tra questi ultimi il Carroccio è risultato il partito più votato.

E’ una situazione davvero molto strana. La Lega ha a più riprese rivendicato fieramente il ritorno al Medioevo ponendosi in netta contrapposizione con tutto ciò che è figlio degli ultimi anni, quelli in cui queste generazioni sono cresciute: no alla legalizzazione delle droghe leggere, demonizzazione dell’aborto, sfoggio di simboli religiosi e via dicendo. Eppure ai giovani italiani questo “oscurantismo” piace.

Cosa ha convinto i giovani a votare per la Lega? La risposta è molto semplice: ” le posizioni foti e decise della Lega piacciono ai sedicenni” e nello specifico il continuo battibeccare delle altre forze, le scissioni e l’insicurezza regnante non convincono le nuove generazioni alla perenne ricerca di stabilità.

Infatti non è un mistero che la sinistra prima, e i Cinque Stelle adesso, non convincano. I continui litigi, scontri e scissioni non riscuotono l’interesse nemmeno tra gli adulti. Tra i giovani è peggio. Il Partito Democratico non è stato in grado di intercettare quelli che dovrebbero rappresentare una significativa parte del proprio elettorato. Il progressismo, quello della vecchia sinistra che negli anni ’70 e ’80 riusciva a mobilitare milioni e milioni di giovani non c’è più e i risultati si vedono: l’attuale PD è stato etichettato come partito autoreferenziale.

La retorica di Salvini, il suo continuo destreggiarsi tra i social con un’abilità da manuale (sua e del suo team soprattutto), la demagogia ipnotizzante e soprattutto il suo linguaggio alla portata di tutti, anche di coloro restii ad informarsi (la maggior parte dei nostri giovani) ha affascinato gli under 30 italiani ed ora è arrivata alle nuove generazioni. Nel frattempo la sinistra era impegnata a combattere Berlusconi, a scindersi e a schierarsi dall’una o dall’altra parte.

Con la fine del berlusconismo la sinistra non è riuscita a dare un tono diverso alle proprie battaglie, dimenticandosi dei giovani e dei lavoratori e dedicandosi a tutt’altro. La crisi economica ha fatto il resto, facendo palesare tutte le inadeguatezze della nostra classe dirigente e portando alla ribalta il Movimento Cinque Stelle. I giovani hanno visto e osservato il peggiorare della situazione economica, la passività dei governi di centrosinistra e i capricci dei vari capi-corrente. La parentesi neo-liberista, centrista e lontana dalla sinistra di Matteo Renzi ha fatto il resto.

L’ex Sindaco di Firenze ha dato una svolta “di destra” al Partito Democratico attraverso l’abolizione dell’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori, la pessima riforma scolastica e la demonizzazione del dialogo con i sindacati, preferendo le banche e gli imprenditori. Come avranno preso i giovani queste iniziative? Male ovviamente.

Il partito dei giovani non tutela i giovani e soprattutto non ne tutela il futuro lavorativo.

Con la nascita di Italia Viva, il partito di Matteo Renzi di ispirazione “centrista”, il Partito Democratico ha la possibilità di riprendersi quella fetta di giovane elettorato perso a causa della scelleratezza che ha accompagnato le iniziative dei suoi dirigenti.
Salvini è il politico-influencer più importante d’Italia e il segretario dem, Nicola Zingaretti, dovrà affrontare una sfida molto difficile. I giovani vanno educati, soprattutto politicamente, quindi bisogna intervenire sulla scuola. Inoltre, i social network rivestono un’importanza fondamentale all’interno dello scenario della politica “interattiva”.

Un esempio, a questo proposito, potrebbe essere quello dei socialisti americani che attraverso una profonda riforma dei loro temi e soprattutto del loro linguaggio sono riusciti ad attirare nuove leve, giovanissime. In particolare Bernie Sanders ha dimostrato al mondo che un’alternativa politica di sinistra è possibile, anche in America. Gli italiani prendano nota.

ildonatello

ARTICOLI CITATI (FONTI):

twitter.com/EnricoLetta/status/1178693411160887296

https://www.wired.it/attualita/politica/2018/11/12/giovani-italiani-meno-a-sinistra-europa-occidentale/

informazioneliberablog.com/la-politica-al-tempo-del-web-e-dei-social-network/

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