I Problemi dell’Italia (Rubrica Breve) – La Corruzione

Salve, la seconda puntata della mia rubrica parlerà di una piaga sociale che attanaglia profondamente il nostro Paese : la corruzione. Tale problema è davvero radicato nelle maglie dell’Italia tanto da farci “sperperare” ogni anno ben 60 miliardi di euro.

PUNTATA NUMERO 2 – LA CORRUZIONE

Ormai è assodato : l’Italia ha un grande problema di corruzione, soprattutto nel settore pubblico. A dirlo è il rapporto Corruption Perceptions Index, realizzato da Trasparency International, l’organizzazione non governativa che ogni anno, a partire dal 1995, stila la classifica mondiale sulla corruzione pubblica percepita. Non è una novità, il nostro Paese ha sempre occupato delle posizioni poco dignitose, dietro a Paesi come Cuba e Costa Rica e ai livelli di alcuni Stati Africani dove vigono le più brutali delle dittature.

Nonostante le pene severissime introdotte contro la corruzione, come la confisca dei beni, tale reato resta all’ordine nel giorno nel settore pubblico. Secondo ciò che scrive Trasparency International, questi problemi sono strettamente connessi agli episodi di ineguaglianza, ormai diventati sistematici. Inoltre è diventata problematica l’esponenziale crescita di populismi.

Ogni anno la corruzione costa alle nostre tasche ben 60 miliardi di euro. Dalle speculazione per ricostruire l’Aquila, devastata dal terremoto del 2008 (son passati ben 9 anni e la città è ancora al 40%), agli impianti eolici in Sicilia, dove un intera area protetta è stata devastata. In poche parole tangenti ovunque, in qualsiasi campo e che coinvolgono personaggi di spicco della nostra società.

In media, le tangenti sono pari al 10,9% del valore delle transazioni e al 34,5% dei profitti. La corruzione è stata finalizzata principalmente per ottenere commesse pubbliche (57% dei casi) e per violare la normativa doganale (12%). Nel 53% dei casi a corrompere sono stati i manager o gli amministratori delegati delle grandi aziende, 3 volte su 4 sono stati coinvolti intermediari. Il 27% degli episodi di corruzione ha avuto come protagonisti impiegati di aziende pubbliche o controllate dallo Stato, che hanno ottenuto l’80% dei proventi derivanti dalla pratica illecita.

La corruzione, con tutte le sue conseguenze, sta avvelenando la nostra economia e la nostra democrazia.

Secondo il rapporto Trasparency International la situazione sembrerebbe leggermente migliorata, l’Italia si piazza al terz’ultimo posto in Europa e al 60esimo in ottica mondiale, con un ranking, cioè con una valutazione derivante dalle opinioni dei massimi esperti di economia mondiale, di 47 (tra 0 – poco corrotto –  e 100 – massimo della corruzione -). Siamo avanti solo a Grecia e Bulgaria come corruzione, maglia nera dei Paesi sviluppati, nonostante il miglioramento rispetto al 2016 (penultimo posto in Europa).

Ma questa non è una situazione particolare. Nel senso che il 69% dei Paesi analizzati da questo rapporto, ben 176, ha ottenuto un punteggio inferiore a 50, mostrando come la corruzione nel settore pubblico e nella politica sia ancora percepita come uno dei mali peggiori che infesta il mondo.. Nel nuovo rapporto sono più i Paesi che hanno perso punti di quelli che ne hanno guadagnati.

Nuova Zelanda e Danimarca, con punteggi vicino a 90, rappresentano il nirvana dell’anticorruzione e idoli degli ultimi in classifica.

Ma attenendoci ai dati l’Italia segna un miglioramento del suo CPI per il terzo anno consecutivo, raggiungendo quota 47 su 100. Una pagella che vale il 60esimo posto al mondo, in risalita di una posizione. Ancora troppo poco, soprattutto in confronto a i nostri vicini europei, ma il trend positivo è indice di uno sguardo più ottimista sul nostro Paese da parte di istituzioni e investitori esteri. Il trend positivo italiano ha origine dalla legge anticorruzione del 2012: da allora l’Italia ha riconquistato ben 12 posizioni nel ranking mondiale, portandosi dal 72° al 60° posto. Quelli che TI definisce “piccoli passi in avanti, ma ancora assolutamente insufficienti per potersi dire soddisfatti”. Non a caso, come detto, tra l’Italia e il livello di sufficienza stanno ancora Paesi quali Cuba, Romania, Giordania, Ungheria, Malesia e Croazia.

Nonostante il trand positivo, molti definiscono insufficiente la legge anticorruzione, considerandola inadeguata. I magistrati chiedono nuove riforme che garantiscano la pena, come quella sul falso in bilancio, ma il Parlamento non sembrerebbe essere dello stesso avviso, almeno per ora.

E la lentezza della giustizia sicuramente non sposa la causa di chi vuole combattere ad armi pari la corruzione.

ildonatello

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Alla prossima puntata!