Facciamo Chiarezza in 5 Minuti (Rubrica Settimanale)- Il Fallimento del Sud Amerca

Salve a tutti, nella sesta puntata della mia personalissima rubrica parlerò di un argomento noto solo a coloro che seguono con assiduità la politica internazionale. Come da titolo, affronterò la (perenne?) crisi del Sud America o America Latina. Buona lettura!

PUNTATA NUMERO 6 – IL FALLIMENTO DEL SUD AMERICA

La recente crisi nera del Venezuela ha riacceso la questione “Sud America” e ha posto sotto la luce dei riflettori la precaria e grave situazione degli Stati posti sotto l’equatore. Tanto che in Venezuela i dipendenti pubblici lavorano due volte a settimana per risparmiare energia elettrica…Ma partiamo dalle origini..

Alla fine del Novecento il Sud America poteva contare su delle direttive economiche e neoliberiste per combattere la crisi emanate da John Williamson (un famoso economista britannico). Erano dieci punti a cui tutti gli Stati del Sud America dovevano fare riferimento per cercare di arginare la grave crisi economica sopraggiunta. Queste linee guida contenevano concetti importanti come politica fiscale, sistema tributario, tassi di cambio e molti altri che potete tranquillamente trovare su Wikipedia (o potete aspettare un mio futuro articolo al riguardo). Ma l’efficacia del Washington Consensus fu messa in dubbio dalle successive interpretazioni date ai contenuti di queste linee guida : neoliberalista (che vede al centro il mercato) e tradizionale (cose che dovrebbero fare tutti gli stati). Ormai queste misure emante nel 1989 sono belle e superate e la soluzione che molti scrittori ed esperti del campo hanno tirato fuori è che ogni Paese deve agire secondo la propria situazione.

Infatti dopo 11 anni gli Stati del Sud America hanno iniziato a sfruttare il proprio territorio attraverso l’estrazione dei minerali e delle altre materie prime, petrolio compreso. E le cose andavano bene, visto che i prezzi del petrolio e degli altri minerali erano molto alti. Si riuscì ad arginare la povertà e nel contempo a far crescere l’economia.

Ora è tutto cambiato. Il prezzo del petrolio e della altre materia prime è molto basso e il Sud America è in profonda crisi economia. Infatti vi è un forte calo delle entrate fiscali, la disoccupazione ha toccato il massimo storico da vent’anni a questa parte e la povertà sta dilagando. Poi la politica locale ha sbagliato del tutto le manovre economiche. Infatti l’economia sudamericana non ha conosciuto altri settori di sviluppo perchè ha puntato tutto sull’esportazione delle materie prime e gli altri settori non sono nemmeno stati presi in considerazione. Che scelleratezza!

Molti autervoli esperti hanno inoltre dimostrato che l’attività estrattiva non fa diminuire la povertà, anzi! Infatti governi conservatori e di sinistra, come Messico e Venezuela, hanno attuato misure di austerity che vanno in direzione opposta al welfare per combattere la povertà. Inoltre la corruzione dilaga nella politica sudamericana, famoso è il caso legato alla famosa azienda petrolifera brasiliana Petrobras.

Il calo dei prezzi riporta l’America Latina in una situazione difficile che durerà parecchi anni. Bisognerà conservare le capacità tecnologiche e le risorse umane acquisite nella fase di espansione. È chiaro, dunque, che lo squilibrio macroeconomico renderà difficili molti degli interventi di cui il settore pubblico ha bisogno. Perché non ci hanno pensato prima…ora la famosa “mano invisibile” dell’economia non metterà apposto le cose, poichè in passato sono mancate le politiche economiche monetarie, fiscali e di controllo sui capitali e di risparmio per far fronte alla fase attuale di contrazione (Cile escluso).

Un professore tedesco, che insegna all’Università di Kassel, Stefan Peters, osserva che durante il periodo di crescita economica in America Latina sono rimaste invariate le disuguaglianze di sempre. Nella regione, infatti, accanto a settori ad altissima produttività, come quelli che esportano materie prime, se ne trovano altri che producono pochissimo, e in cui il 50 per cento della popolazione attiva lavora senza diritti né tutele sociali. Secondo Peters, sono rimaste in sospeso anche riforme fiscali e agrarie finalizzate all’aggiustamento della disuguale distribuzione delle entrate e della ripartizione della terra.

Le riforme strutturali sono state rimandate probabilmente proprio grazie all’eccedenza nelle entrate dello stato. All’epoca non si faceva nemmeno “pressione” per diversificare il modello di produzione. Ora tutti invocano la diversificazione, ma non è qualcosa che si realizza da un giorno all’altro. Quando sorgono altri problemi, poi, realizzarla diventa più difficile. Ora preoccupa soprattutto l’eventualità che siano azzerati i successi economici e sociali del recente passato e quindi “come se non fosse successo niente”.

La situazione è grave ed e tornata in voga dopo i recenti avvenimenti in Venezuela, ma tutta l’America Latina riversa in questa situazione. Questo è l’ennesimo caso dove la politica non ha fatto il suo dovere.

Il solito saluto

il donatello

Se vi siete persi l’ultima puntata della mia rubrica, non disperatevi, è qui :

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