Il caso CSM è l’ennesimo colpo basso alla democrazia – L’opinionista dissidente

In questi giorni, le prime pagine dei giornali hanno dedicato ampio spazio ad uno degli eventi più imbarazzanti della storia della nostra Repubblica, il caso del Consiglio Superiore della Magistratura e delle nomine pilotate dalla politica.

La vicenda, che è stata ribattezzato dalla stampa come la “Tangentopoli della magistratura” è a tutti gli effetti l’ennesimo colpo basso alla democrazia, il fallimento del tanto millantato sistema di autogoverno della magistratura. Uno smacco non da poco, poiché una democrazia, di norma, dovrebbe fondarsi sul principio della separazione dei poteri.

Il caso, nello specifico, ci descrive una situazione davvero inquietante poiché degli esponenti del potere politico sono stati scoperti in stretto contatto con esponenti di un altro potere dello Stato, la magistratura. Alcuni giornali, però, non sono d’accordo e hanno sottolineato, invece, come il caso CSM sia soprattutto un caso PD, sottovalutando come questo incidente democratico possa avere degli effetti a lungo termine sulla credibilità del nostro sistema politico e giudiziario.

Ma questo è un vizio di lungo corso. Minimizzare il coinvolgimento dei partiti all’interno delle vicende giudiziarie è un modo di fare appartenente alla vecchia politica, modus operandi perfettamente conforme a quello del partito di Nicola Zingaretti. Infatti, l’autosospesione di Luca Lotti, comunicata al segretario via Facebook, ci dice molto su quanto il PD non si sia ancora allontanato dal vecchio modo di fare politica. Come giustamente sottolinea Massimo Cacciari, l’autosospensione di Lotti è un atto dovuto e colui che dovrebbe prendere in mano la situazione è proprio Zingaretti, il quale mal tollerando questi intrallazzi all’interno del “nuovo PD” avrebbe dovuto, da vero leader, cacciare l’ex sottosegretario.

Ma ciò non è successo, a sottolineare come Zingaretti in realtà sia un leader debole, incapace di prendere una volta per tutte in mano le redini di un partito completamente allo sbando, coinvolto in una “guerra di tutti contro tutti” e mai realmente in corsa verso l’annunciato cambio di rotta. Nel frattempo, però, la democrazia per mano di questa imbarazzanti avvenimenti ha subito l’ennesimo colpo basso da cui difficilmente si riprenderà.

Dall’altro lato della barricata, però, il Movimento Cinque Stelle, nella persona di uno dei suoi più competenti ministri, Alfonso Bonafede, ha annunciato un provvedimento molto interessante e forse risolutivo il quale punterebbe a rivedere le norme che attengono alla nomina della componente elettiva dei membri del CSM e a intervenire per scoraggiare le pratiche “spartitorie” delle nomine degli uffici direttivi basate sull’appartenenza alle correnti.

In poche parole il lavoro di Bonafede punterebbe ad eliminare la politica dalle nomine giudiziarie, riformando il sistema elettorale del CSM togliendolo dalle mani delle correnti (Magistratura Indipendente, Unità per la Costituzione, Area e Autonomia e Indipendenza), le quali hanno costituito soltanto lo strumento attraverso cui la politica ha potuto controllare l’indirizzo generale del terzo potere dello Stato durante le varie legislature. Inoltre in una recente intervista, il Ministro ha anche ribadito l’importanza dello strumento delle intercettazioni, le quali si son rivelate fondamentali nel portare alla luce i dettagli del caso Lotti e Palamara.

Comunque vada, urge un intervento risolutivo poiché il coinvolgimento di un potere, costituzionalmente indipendente, all’interno di questa spaventosa vicenda di collusione è una sconfitta bruciante per la nostra democrazia, sconfitta che mette a rischio la consistenza stessa dei poteri dello Stato italiano, il quale, è cosa nota, ha profondamente bisogno di una magistratura che funzioni correttamente.

-l’opinionista dissidente

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FONTI:

https://www.open.online/2019/06/14/scandalo-csm-la-nuova-guerra-tra-toghe-in-tre-minuti/

https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/06/15/caso-lotti-nel-pd-zingaretti-scontenta-tutti-renziani-vecchio-giustizialismo-ma-zampa-non-stia-a-guardare-o-si-muore/5258506/

https://www.italiaoggi.it/news/il-caso-palamara-non-e-purtroppo-un-semplice-incidente-di-percorso-2368114