Germania alle urne: quanto vale la vittoria di Angela Merkel?

Ora è ufficiale, la Merkel è ancora la cancelliera della Germania. Non è che ci fossero molto dubbi, i sondaggi la davano come possibile, anzi sicura vincitrice delle elezioni, e cosi è stato. Ma non è stata una vittoria schiacciante, come la davano per molti. Angela Merkel è chiaramente più debole.

Cosa è successo in queste “giornate elettorali”? Analizziamo il tutto.

Fin dai mesi che hanno preceduto le elezioni, è stato chiaro che il rinnovo del mandato di cancelleria sarebbe stato quasi una formalità per la Merkel, spalancando le porte del quarto “governo”. Le uniche incognite riguardavano ovviamente il volto del leader alleato (socialdemocratico o liberale) e con quanti voti di scarto avrebbe schiacciato gli avversari.

Per un certo verso sono state delle elezioni storiche, se guardiamo da 4 anni a questa parte, dal 2013 per intenderci. Si parlava di superare l’80%, picco massimo del 1998, ma cosi non è stato. Ci si è dovuti accontentare del 76%, 5 punti in più rispetto al 2013.

Guardiamo ora i risultati delle elezioni :

Il partito della Cancelliera, il CDU (l’Unione CDU/CSU) si conferma come il primo partito del Paese con il 33% dei voti. Ma non è un dato soddisfacente : rispetto al 2013, quando ottenne il 41%, il CDU/CSU ha perso ben l’8%, scendendo ben al di sotto delle previsioni più ottimistiche. Alla vigilia del voto i sondaggi lasciavano sperare in un risultato migliore. Per i democratici tedeschi si tratta del secondo peggior risultato nella storia. Ma non sono i soli a deludere, i socialdemocratici della SPD infatti riescono a ottenere il loro peggior risultato di sempre, il 20,5% che significa allo stesso tempo un calo di 5 punti in 4 anni, una sconfitta netta per Schulz, che nasconde il rischio concreto di non riuscire più ad essere competitivi per governare il paese in futuro.

Ma veniamo alle sorprese (mica tanto) il terzo partito del Paese, ha un volto nuovo e porta il nome di “Alternativa per la Germania” (Alternative für Deutschland). Considerato a più riprese un partito xenofobo/euroscettico/antieuropeista. Fondato durante il periodo buio della crisi tedesca da alcuni economisti contrari all’Euro, considerato troppo sfavorevole agli interessi della Germania (ahahah), in pochi anni si è radicalizzato in diverse posizioni, diventando un partito contro il Sistema, cavalcando l’onda dell’opinione pubblica in diverse posizioni, sull’immigrazione in particolare e contestando la politica dei rifugiati della cancelliera. Ma questi volti non sono nuovi alla Germania. Il partito antisistema mancò per un soffio il Bundestag nel 2013, oggi possono dire di aver centrato l’obiettivo e si pongono come terza forza del Paese con un dignitoso 12,6%. Anche i liberali (FDP) non se la sono cavata male e dopo aver mancato per la prima volta la poltrona nel 2013, tornano alla carica dopo 4 anni raggiungendo il 10%. La sinistra radicale e i Verdi si assestano al 9%.

 

Da sottolineare che per la prima volta entrano in Parlamento ben 6 partiti, mai successo in Germania. E ciò ha fatto che il numero dei seggi aumentasse, per la prima volta nella storia della Germania. Ovviamente il sistema elettorale tedesco è diverso da quello italiano, e l’assegnazione dei seggi è diversa. Mi spiego meglio. In Germania, il numero di seggi è variabile: se un partito ottiene nei collegi uninominali (l’entità base dei sistemi elettorali, cioè una suddivisione territoriale avente un numero variabile di elettori che fanno parte del corpo elettorale) più seggi di quanti gliene spettino in base alla ripartizione proporzionale, conserva quei seggi; ma, per non alterare la rappresentanza proporzionale, vengono aumentati anche quelli di tutti gli altri partiti che superano la soglia di sbarramento. Poiché in questo caso la CDU/CSU ha stravinto nella competizione maggioritaria, conquistando ben 231 collegi su 299 pur ottenendo un risultato di lista molto scialbo (tenendo conto che ci sono altri 5 partiti che conquistano seggi), il numero di extra-seggi è aumentato : dai 598, che sono quelli “base” a ben 709.

I POSSIBILI SCENARI FUTURI :

Dati alla mano, le coalizioni possibili sono solo due, anzi erano.

  • Una coalizione CDU (Merkel) e SPD (Schulz) che avrebbe garantito un governo più che tranquillo con una maggioranza di 399 seggi. Ma il secondo ha escluso una possibile alleanza con la Merkel, non ci sarà una seconda Grosse Koalition.
  • Una “Coalizione Giamaica”, cosi chiamata per i colori dei partiti CDU-FDP-Grunen. Una coalizione inedita, poiché questi partiti non si erano mai uniti prima d’ora. La Germania si era sempre retta su un’alleanza di due fazioni al massimo.

La Merkel ha dichiarato che i colloqui con i “Giamaicani” sono in corso e che ha fiducia nella riuscita della coalizione. Ma questo accordo è sicuro? Comporta dei rischi?

Le difficoltà non sono poche, poiché costringerà la Merkel a rivedere il proprio programma,perché tra gli altri due non vi sono sostanziali differenza programmatiche. La CDU dovrà in un certo senso assumere posizioni opposte rispetto ai precedenti governi avuti in partnership con la SPD. E tali difficoltà non sono imputabili, al contrario di quanto possano dire i media, dell’exploit di AFD, dell’estrema destra. Se AFD avesse ottenuto 5 punti percentuali in meno e se questi fossero stati distribuiti agli altri, avremmo avuto gli stessi risultati e le stesse perplessità di alleanza.

Ciò che ha fatto storcere il naso all’intera Area Europa è che un partito cosi “anti-estabilishment” abbia ottenuto cosi tanti voti, soprattutto in Germania che vive una situazione economica inattaccabile : con la disoccupazione ai minimi storici e una crescita sostenuta e trainata dall’export, nessuno sembra aver votato guardando alla situazione dell’economia. Tanto è vero che la stragrande maggioranza degli elettori giudica la situazione economica positiva.

E allora cosa è successo? I tedeschi si sono stancati di vivere bene? No, le cause delle exploit di AFD sono da ricercare nella politica di Merkel relativa all’immigrazione.

Di fronte ad un programma favorevole ai flussi migratori portato avanti da una fazione spiccatamente europeista, l’alternativa è rappresentata da un partito intollerante ed euroscettico, per alcuni addirittura filo-nazista.

E da dove possono provenire i voti di AFD? Ovviamente da quelle zone di confine sottoposte al flusso migratorio, quello proveniente dalla rotta balcanica (la Germania è il paese europeo con il maggior numero di richiedenti asilo accolti entro i propri confini). Per lo più la maggior parte degli elettori anziani ha gradito il programma del primo partito del Paese, della Merkel. Mentre tra gli elettori di AFD, troviamo un’età compresa tra i 30 e i 50 anni, in maggioranza uomini e liberi professionisti. Forte è stata la concorrenza tra AFD e SPD tra gli operai, anche se non è la prima volta che un partito di destra si mostra molto forte tra gli operai.

Qualunque siano gli sviluppi futuri, le conseguenze graveranno sull’intera Europa. Europa che resta alla finestra a guardare.

ildonatello

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