Come funziona “la Bestia” di Matteo Salvini

In occasione del voto della Giunta delle immunità del Senato della Repubblica, arrivato attraverso un rocambolesco susseguirsi di puerili sceneggiate, Matteo Salvini ha lanciato l’ennesima iniziativa popolare destinata ai suoi elettori: il digiuno per Salvini. Tramite un hashtag entrato subito tra le tendenze di Twitter, il senatore leghista, il quale molto probabilmente andrà a processo grazie all’appoggio dei suoi stessi senatori, ha chiamato a raccolta il suo seguito a compiere un atto da lui stesso definito di “disobbedienza civile”.

Tralasciando la dubbia moralità dell’accostamento appena operato, ciò che i giornali hanno riportato in questi giorni è stato soprattutto il duro lavoro della sua macchina propagandistica che, secondo delle stime non ufficiali, è riuscita a raggruppare ben 5000 persone per sostenere questo pseudo sciopero della fame.

Da molto tempo una delle domande più in voga tra gli elettori italiani è quella riguardante il funzionamento del quasi sempre efficiente apparato propagandistico del leader della Lega, soprannominato “la Bestia”, il quale sostiene, incoraggia e addirittura programma la sua attività social. Come funziona la Bestia?

Come funziona “la Bestia”

Innanzitutto, bisogna dire che questa potente e misteriosa macchina social è riuscita nell’impresa di portare il senatore leghista al 34% dei consensi alle Europee e, al contempo, attraverso una martellante propaganda ha reso possibile, grazie anche ad una serie di congiunture favorevoli, strappare al centrosinistra numerose regioni.

Di meriti, quindi, la Bestia ne ha parecchi. Ha dapprima spinto la Lega verso il 17%, dopo il fallimentare 4% di cinque anni prima, poi al governo e infine al grande successo del maggio scorso. Rivisitando in chiave moderna una famosissima citazione, verrebbe da dire che “dietro ad un abile comunicatore, c’è sempre una grande macchina social”.

Come funziona la Bestia, hanno provato a spiegarlo numerosi giornali, tra cui il Corriere della Sera, tramite un‘inchiesta di Milena Gabanelli, realizzata anche grazie ai documenti di Luca Morisi, il consulente d’immagine del leader del Carroccio.

La Bestia funziona grazie a 35 esperti digitali, incaricati di coprire per 24 ore la vita pubblica e privata dell’ex Ministro tramite i suoi social che, ad oggi, contano quasi quattro milioni di follower su Facebook, 1,8 su Instagram e 1,2 su Twitter. Un pubblico ampissimo che segue, giorno e notte, ciò che fa il loro leader.

Dal pane e nutella agli attacchi agli avversari

Sulle pagine dell’ex vicepremier finisce un pò di tutto. Dal pane e nutella all’abbraccio con la figlia, da una inquietante pasta al ragù ad un aspro attacco agli avversari. Tutto questo guazzabuglio di immagini ha, però, un fine preciso: raccogliere interazioni. Tale meccanismo è come un gioco degli specchi. A questo proposito occorre tenere a mente una sigla: “T-R-T”, “televisione, rete, territorio”. Si tratta dei tre ambiti che vengono messi sistematicamente in comunicazione. Infatti, con un pò più di attenzione, si può facilmente notare come Matteo Salvini alterni continuamente una sua intervista in tv ad un commento social, passando anche per uno dei suoi numerosissimi comizi in piazza.

Per creare “suspence”, o meglio, per creare interazioni la propaganda social viene trainata da ripetuti annunci su Facebook, poi durante il programma televisivo si estrapolano immagini chiave, frasi ad effetto e slogan da divulgare. Dei messaggi fondamentali per la campagna leghista. Inoltre, affinché la demagogia possa arrivare fin dentro le case, un ruolo fondamentale viene ricoperto dalle sponsorizzazioni.

La sponsorizzazione “targetizza” un pubblico attraverso vari parametri che spaziano dagli interessi al territorio di residenza. Non è raro, soprattutto in campagna elettorale, trovare una sponsorizzazione di un candidato leghista. E’ il caso di Matteo Salvini durante la campagna per le Europee, oppure, se volessimo far riferimento a qualcosa di recente, è quello di Lucia Borgonzoni.

Un altro pezzo forte della propaganda della Bestia è l‘invito a partecipare attivamente alle discussioni durante gli interventi del senatore leghista in un programma televisivo. “Cosa ne pensate voi, amici?”, è una delle frasi più utilizzate su Twitter da Matteo Salvini. Un trucco per creare engagement. Stessa cosa durante i comizi dove la “conversazione” viene arricchita di esempi di vita reale del calibro di “un negoziante di *nome città* mi ha chiesto di”, “le persone che mi incontrano mi fermano e mi chiedono di …”.

Non mancano gli attacchi agli avversari, utilizzando il più delle volte dichiarazioni, alcune travisate, o ritagli di giornali di parte per scagliarsi contro il governo o un parlamentare della fazione opposta. Il tutto condito da qualche frase ironica mirante a screditare la credibilità del malcapitato. Certe volte, però, la Bestia toppa. E’ il caso di Sergio Echamanov, la giovane sardina finita nelle grinfie della propaganda della Bestia, oppure quello della ragazza che incrociò un ronfante Salvini in viaggio costretta a chiudere i suoi profili social a causa della gogna mediatica a cui il team del senatore l’ha sottoposta.

I concorsi

In molti ricorderanno il celeberrimo concorso “Vinci Salvini”. Era il 6 febbraio 2018 e l’annuncio dell’ex Vicepremier aveva fatto sussultare i commentatori abituati alle normali regole della comunicazione politica. Il concorso aveva una semplice quanto importante regola: più like metti ai post di Salvini, più punti ottieni. Il vincitore del giorno veniva celebrato con un post sulla pagina, quello della settimana con un caffè direttamente con il Capitano.

Si tratta di “gamification”, una tecnica che prevede l’introduzione di elementi legati ai videogiochi in altri contesti. Un esempio molto vicino al Vinci Salvini è quello dei badge di fan più attivo su Facebook. Se commentate molto, rispondete ad altri utenti e inondate di reaction i post di una pagina, troverete accanto al vostro nome una stella e una descrizione: “fan più attivo”.

Il principio di base di questo concorso, arrivato alla seconda edizione, pare essere abbastanza chiaro: creare interazioni e soprattutto raccogliere informazioni.

Infatti, per registrarsi al concorso non occorre del denaro ma compilare un form con tutti i dati. Informazioni utili per i politici, soprattutto quando si è in campagna elettorale. Profilare i propri simpatizzanti permette meglio di tarare i temi su cui settare i propri comizi. Inoltre questi dati servirebbero anche ad impostare le inserzioni su Facebook.

Oltre all’accesso con i social e al form, per diventare un partecipante del concorso vengono richieste anche una mail valida e un numero di telefono, esponendo così l’elettore alla ricezione di messaggi elettorali. Di recente c’è stato un caso in Emilia Romagna, dove alcune persone hanno ricevuto un messaggio in cui si sollecitava a votare Lucia Borgonzoni.

La visibilità, però, viene sollecitata anche mediante una propagazione organizzata. Ci sono ripetitori digitali, almeno un migliaio, fedelissimi di Salvini, i quali ricevono i link dei post in una chat su Whatsapp e li condividono sulla loro pagina Facebook e li rilanciano in altre chat. Il contenuto viene condiviso a macchia d’olio, vietando i commenti scomodi e bloccando i detrattori.

Migliorare la visibilità dei post, possibilità di ottenere informazioni da sfruttare in futuro e una rete di condivisori. Attraverso tutti questi elementi la Bestia cerca di plasmare la demagogia del proprio datore di lavoro.

Le campagne

Un altro aspetto fondamentale per la conquista dei fan sono le campagne. L’ultima è quella del digiuno, altre non meno famose sono state quelle delle “porti chiusi”, del “prima gli italiani” e di “è finita la pacchia”.

Le frasi su temi molto divisivi, lanciando un hashtag che nel giro di qualche ora è già in tendenza, aiutano ad aumentare le interazioni e a scatenare i commenti. A funzionare di più, come già anticipato, sono il coinvolgimento degli utenti con le domande, gli slogan motivazionali e gli attacchi agli avversari. Il più delle volte questi ultimi vengono sostenuti da profili creati ad hoc, noti come “troll”.

L’argomento del giorno viene individuato da un software, il quale indica con precisione ciò che sta interessando gli utenti dei social in un determinato momento. La Bestia, allora, elabora un post proprio su quella fattispecie, comunicando l’impressione che Matteo Salvini sia sempre sul pezzo. E’ il caso, ad esempio, della Nutella.

Talvolta, come nell’ultimo caso, Salvini e la Lega stanno attenti a cambiare idea, grazie alle indicazioni della macchina social. Non solo la Nutella, anche Mahmood. Il leader del Carroccio si era schierato contro la vittoria del cantante a Sanremo, salvo poi cambiare idea.

Un ruolo lo hanno anche i sondaggi. Si sa che i partiti commissionano agli istituti di rilevazioni molti delle indagini su argomenti, apprezzamenti e cose del genere. Uno di questi, riguardò la società demoscopica SWG sulla percezione degli italiani di una possibile minaccia Naziskin. Il risultato negativo portò Salvini a sdoganare la partecipazione di Casapound alla manifestazione contro il governo del 19 ottobre.

Una Bestia che “non digiuna”

La Bestia non digiuna, anzi. La propaganda social di Matteo Salvini costa e anche parecchio. Il Corriere della Sera indica 137mila euro spesi in pubblicità su Facebook in circa 7 mesi (da marzo 2019 a ottobre 2019). Morisi, il quale rappresenta la mente dietro la Bestia, ha avuto un contratto da 65mila euro con il Viminale durante il periodo ministeriale del senatore. Durante il governo giallo-verde furono in molti ad essere assunti a pieno regime e con contratti faraonici nel social media team dell’ex Ministro.

In occasione delle elezioni in Emilia Romagna, anche la candidata governatrice Lucia Borgonzoni ha fatto ricorso ai servigi della Bestia, attraverso una martellante campagna social fatta di gattini, sorrisi, post ad hoc e soprattutto “tanti tanti soldi”. Si calcola che la senatrice abbia speso quasi 19mila euro (una cifra che coincide con quanto investito dal suo capo in occasione del 26 gennaio).

Al centro della campagna elettorale emiliana ci sono stati argomenti dal “grandissimo spessore” come sfottò (“liberiamo l’Emilia”), Bibbiano e le sardine. La cosa che sorprenderebbe ogni mente pensante è che post del genere, pieni di alcune fake news già confutate, vengono finanziati con soldi pubblici.

La Bestia è sicuramente la mente dietro il successo leghista, figlio di una politica vuota di contenuti, la quale spinta da una cieca voglia di consenso, dimentica di dover lavorare su proposte concrete che vanno oltre lo slogan. Una buona comunicazione con il proprio elettorato è certamente utile ma questa deve essere trasparente e mirante al vero benessere dei cittadini. La Bestia è l’esatto opposto.

ildonatello

ARTICOLI CITATI (FONTI):

https://www.quotidiano.net/politica/digiuno-per-salvini-1.4993040

informazioneliberablog.com/la-politica-al-tempo-del-web-e-dei-social-network/

https://www.corriere.it/dataroom-milena-gabanelli/matteo-salvini-la-bestia-come-catturare-4-milioni-fan-social-facebook-twitter-instagram/

https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/01/21/salvini-espone-i-suoi-detrattori-a-una-gogna-mediatica-inquietante/5679857/

https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/12/20/matteo-salvini-la-ragazza-del-selfie-con-il-dito-medio-lo-ringrazio-per-aver-esposto-il-mio-nome-ovunque-facendo-si-che-ricevessi-insulti-e-minacce-di-morte/5630106/

https://bologna.repubblica.it/cronaca/2020/01/18/news/sms_lega-246095125/

https://www.liberoquotidiano.it/news/politica/13518145/matteo-salvini-sondaggio-swg-casapound-piazza.html

https://notizie.virgilio.it/regionali-sondaggio-social-borgonzoni-1125331

https://www.liberopensiero.eu/28/12/2019/politica/la-ricchezza-del-populismo-la-pochezza-della-sostanza/?_thumbnail_id=95356

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