Guida al Super Tuesday 2020

Oggi negli Stati Uniti si terrà il celeberrimo e importantissimo Super Tuesday, l’appuntamento più importante delle primarie del Partito Democratico americano. Quest’anno gli stati che voteranno saranno 14, più il territorio delle Samoa americane. Verranno assegnato un terzo dei delegati totali, cioè coloro i quali durante il convegno estivo del partito decideranno le sorti del loro candidato prescelto.

Dopo questa decisiva tornata, le idee relative al futuro delle primarie democratiche sicuramente saranno più chiare. I più attesi saranno Bernie Sanders, che secondo i sondaggi dovrebbe ottenere il maggior numero dei delegati, e l’ex Vicepresidente Joe Biden, il quale è uscito vincitore dalle primarie in South Carolina con un distacco di trenta punti dal senatore socialista.

Il primo vero Super Tuesday risale al 1988, quando nove stati decisero di tenere le primarie nello stesso giorno con l’intento di aumentare la propria influenza nella scelta del candidato, dando alla campagna presidenziale un orientamento più nazionale. Nello specifico gli stati democratici del sud intendevano dare al candidato un carattere più moderato e favorevole ai propri interessi. Purtroppo ottennero un risultato opposto: gli elettori si divisero tra Al Gore e Jesse Jackson senza che nessuno dei due riuscisse a trionfare. Infine, dopo la vittoria di Bush alle Presidenziali, anche i Repubblicani “cominciarono a credere” nel Super Tuesday.

L’importanza di queste votazioni sta nel fatto che dal 1988 ad oggi ha deciso la nomination finale per le elezioni presidenziali in diverse occasioni. Nel 2016, quando la Clinton e Trump si contesero la presidenza, i due candidati rafforzarono la loro posizione proprio in questa occasione.

Dove si vota

Affinché un candidato democratico possa vincere le primarie, deve ottenere almeno 1991 delegati su 3979, cioè la maggioranza assoluta. Oggi se ne assegnano 1344. Ciò dovrebbe far comprendere l’importanza di un tale evento. Più è grande lo stato, più delegati ci sono.

Le punte di diamante del Super Tuesday del 2020 sono la California (415) e il Texas (228), i due stati più popolosi in assoluto degli USA. Si voterà anche in Nord Carolina (110), in Virginia (99), Massachusetts (91), Minnesota (75), Colorado (67), Tennessee (64), Alabama (52), Oklahoma (37), Arkansas (31), Utah (29), Maine (24), Vermont (16) e Samoa Americane (6).

In ogni stato i delegati vengono assegnati su base proporzionale con un criterio misto, sia statele che distrettuale. In questi due casi per ottenere delegati bisogna ottenere più del 15% dei voti in tutto lo stato, per ottenere delegati assegnati su base nazionale, oppure più del 15% in un certo distretto. Per comprendere se un candidato è andato bene o meno, non basta leggere la percentuale ad urne chiuse.

I seggi chiuderanno ad orari diversi, quindi affinché ci sia la certezza circa il vincitore del Super Tuesday bisognerà aspettare molto tempo, soprattutto in California.

Cosa dicono i sondaggi? Come partono i candidati? E dopo? Le domande da un milione di dollari

Con due vittorie e mezzo, sicuramente Bernie Sanders è colui il quale arriva meglio a questa speciale tornata anche se il South Carolina è riuscito a rimettere tutto in gioco, consegnando la vittoria a Joe Biden.

Il ritiro di Pete Buttigieg sicuramente ha favorito quest’ultimo, poiché il suo elettorato è formato da gente molto moderata che sicuramente non stravede per il socialista. Stesso discorso per Amy Klobuchar, la quale ha rinunciato diverse ore fa.

Le incognite dietro “Our Revolution” (Sanders ndr) sono ancora molte, poiché gli osservatori non ritengono che la sua strategia possa garantirgli il numero adeguato di delegati per trionfare in estate. Infine, il progetto del senatore del Vermont di allargare la base del partito per battere Trump appare ancora in alto mare.

In queste condizioni, i sondaggi comunque premiano il socialista, nonostante Joe Biden molto probabilmente arriverà molto vicino al suo rivale Tra gli altri candidati c’è anche l’ex sindaco di New York, Michael Bloomberg, il quale ha investito una quantità abnorme di denaro nella campagna elettorale e che dovrebbe ottenere una quota minoritaria ma rilevante dei delegati.

I primi aggiornamenti

Stando ai primi aggiornamenti, Joe Biden sarebbe riuscito nell’impresa di superare il suo rivale in Alabama, Arkansas, Massachusetts, Minnesota, Nord Carolina, Virginia e Oklahoma e addirittura in Texas, dove era previsto un testa a testa che puntualmente si è verificato (33% a 30%). Bernie Sanders, invece, avrebbe portato a casa “solo” il Colorado, il Vermont, la California e lo Utah. Ancora “in forse” il Maine. Nonostante il Minnesota fosse stato assegnato dai sondaggisti al senatore socialista, Biden è riuscito con una strategia fatta di telefonate e contatti ravvicinati ad impossessarsene, aumentando il numero dei suoi delegati.

Come anticipato, agli americani non piacciono i socialisti, i progressisti o i radicali. Il popolo americano, in larga parte, auspica una rivoluzione moderata, liberale e con un leader conservatore “ma non troppo”. Nonostante il buon Bernie Sanders da diversi anni sia dato come il candidato democratico più papabile alla Casa Bianca, le primarie riescono sempre a tirare fuori dal cilindro un candidato più forte, combattivo, e benvoluto di lui. Ora, si fa difficile per il vecchio senatore del Vermont. Biden ha ottenuto un grande successo al Super Tuesday, raggiungendo quota 649 delegati, inclusa la California, contro i 578 del buon Bernie. Lontanissimi Bloomberg, il quale ha vinto nelle Samoa Americane, a 129 e la Warren a 103.

Nonostante la grande importanza data al Super Tuesday, le primarie dei democratici avranno diverse altre tappe fondamentali. Il 10 marzo si vota in altri 7 stati; una settimana dopo in altri quattro molto grandi. Il “prestigio” di questa tornata sta nel fatto che, secondo molti analisti, i suoi risultati saranno decisivi per l’esito degli altri appuntamenti. Al momento, l’orientamento comune è convinto che nessuno otterrà i 1991 delegati in vista del convengo in estate. Le cose potrebbero cambiare solo se la Warren e l’ex sindaco di NY decidessero di ritirarsi.

Cosa succede se nessuno otterrà i delegati necessari? Bisognerà trovare un accordo, partendo dal presupposto che verrà premiato colui il quale avrà ottenuto la maggioranza relativa. Strategia comune, però, dice che ogni candidato che lascia decide di dare il proprio appoggio ad un altro, come accaduto nel caso della Klobuchar che ha deciso di supportare Biden.

I giochi sono aperti e il Super Tuesday chiarità molti degli interrogativi che analisti ed elettori si sono posti. Agli altri, ci penserà il tempo.

ildonatello

ARTICOLI CITATI (FONTI):

https://www.corriere.it/esteri/elezioni-usa-2020/notizie/primarie-joe-biden-vince-south-carolina-torna-corsa-a90e33c2-5b5b-11ea-8b1a-b76251361796.shtml

https://www.ilpost.it/2016/03/02/live-risultati-primarie-super-tuesday/

https://www.liberopensiero.eu/02/02/2020/esteri/bernie-sanders-non-piace-proprio-a-nessuno-ma-a-noi-si/

https://www.nytimes.com/2020/02/24/us/politics/bernie-sanders-democratic-voters.html

https://projects.fivethirtyeight.com/2020-primary-forecast/california/

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